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Eidos Immagini Contemporanee incontra i suoi collezionisti ad Arte Fiera Bologna in due stand e con due progetti.

Pad. 26 stand B92

E intanto in Italia è il confronto (che procede per coppie sinonimiche o antinomiche) tra esponenti dell'Informale europeo e quegli artisti italiani che nell'immediato dopoguerra erano pienamente inseriti nel sistema arte europeo e statunitense. Nello specifico saranno presi in esame i confronti Manzoni/Tapies, Fontana/Hartung, Bendini/Fautrier, Scanavino/Mathieu, Turcato/Poliakoff con opere dalla fine degli anni 40 agli anni 60.

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Pad. 32 stand C20

Betty Bee: Doppio sogno


A cura di Ciro Delfino e Raffaella A. Caruso


Il 2016 rappresenta per Arte Fiera una scadenza speciale, perché corrisponde al quarantesimo anno dalla sua fondazione, un anniversario che ha spinto i direttori artistici Giorgio Verzotti e Claudio Spadoni a valorizzare l'arte italiana dalle prime avanguardie del Novecento fino ad oggi. Una scelta “tematica” che si inquadra in quella più generale di proseguire nella decisione di fare di Arte Fiera in evento “curatoriale”.   

Ecco dunque nella sezione solo show, presentata da Eidos Immagini Contemporanee, la personale di Betty Bee Doppio sogno a cura di Ciro Delfino e Raffaella A. Caruso. Betty Bee si presenta al pubblico di Arte Fiera nella sua originale vena performativa con un raffinatissimo lavoro concettuale (anche nella ricostruzione consapevole e dolente, autoironica e lucida del proprio fare artistico e del proprio vissuto) espresso dai due video Gilda e Incantesimo Lunare e dal lavoro fotografico e pittorico da essi estratto.

Come nel romanzo di Arthur Schnitzler Betty Bee gioca tra finzione e realtà, vestendo di atmosfera onirica il tema a lei assai caro della femminilità e del suo corollario di emozioni e pulsioni: amore violenza incomunicabilità sensualità carnalità.

Da ognuno dei due video, che la vedono protagonista come performer, l'artista ha infatti tratto lavori fotografici in pezzo unico sui cui è intervenuta pittoricamente.

Incantesimo lunare è un video del 2004 in cui Betty Bee interpreta le mille anime della donna. Il tema la mutevolezza della donna, il suo essere percepita come umorale, la possibilità di essere sempre diversa, la capacità di interpretare se stessa per difendersi e costruire una vita diversa. Un lavoro sulla incomunicabilità, girato in bianco e nero e muto, come se l'artista fosse una diva anni 20. Il lavoro fotografico che Betty Bee ne ha tratto nel 2015 restituisce la protagonista al colore, la isola e fissa in alcune pose drammatiche, delimita il corpo con un segno pittorico di interferenza fisico e semantico: un filo spinato prezioso (oro o argento), che è limite, confine e protezione.

Gilda, video girato nel 1995, è la scoperta confessione di una donna che si offre al desiderio (maschile, femminile?) ma che in una danza sensualissima e quasi tribale usata come schermo riesce a proteggere la propria anima. La brocca con cui l'artista mette in scena la propria danza è il simbolo di quella femminilità da cui tutti hanno attinto ma che nessuno è riuscito a colmare: è il vuoto esistenziale dell'artista che offre se stesso nell'opera senza ricevere, l'auto-rappresentazione della persona-oggetto. Anche in questo caso l'artista ha isolato e tratto dal video singoli frame su cui è intervenuta pittoricamente con il suo repertorio più carnale, isolando ogni volta un particolare, facendolo diventare il focus compositivo, oppure la chiave interpretativa, oppure l'elemento di distrazione, prendendosi quasi gioco dello spettatore irretito dal colore e dall'ossessiva sensualità del lavoro. Le figure stilizzate, in forme elementari a colori forti e contrastati, in trasparenza, rappresentano quindi i quadri/racconti della sua storia di violenze e soprusi, che qui l'artista narra, ma al contempo esorcizza definitivamente, nella piena presa di coscienza del proprio io. E come Gilda nell'omonimo film del 1946, usata da tutti per la propria bellezza, realizza la fuga finale verso la libertà e la felicità, Betty opera la propria catarsi nell'arte, emancipandosi finalmente dalla sua condizione di vittima.

Gilda nella sua elaborazione fotografica e pittorica è un lavoro assolutamente inedito, prodotto appositamente per Arte Fiera.

La complessità dei due lavori è resa più evidente dalla contemporanea proiezione dei video “matrice” .

Le due serie di lavori dialogheranno permettendo allo spettatore chiavi di lettura incrociate, contrappuntate dai due famosissimi scatti Pluff (1997) e Split (1995), animate in parte da una raffinatissima atmosfera mitteleuropea, in parte da una sensualità mediterranea e fintamente naif. Doppio sogno e doppio gioco...

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